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24.01, Giornata Mondiale dell’Educazione

“L’istruzione è l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo”.

Questa frase di Nelson Mandela rivela la potenza che si cela in un mezzo che nel mondo occidentale viene spesso dato per scontato. In realtà, l’accesso all’educazione risulta un vero e proprio privilegio nelle aree più povere del globo, in cui i bambini sono presto consacrati al lavoro per poter contribuire alla materiale sopravvivenza della propria famiglia. Ma la triste sorte di ogni singolo non danneggia solo l’individuo, anzi, a questa mancanza consegue il rinforzo delle disuguaglianze tra “mondo sviluppato” e quello che troppo spesso viene definito in tono spregevole “terzo mondo”. Insomma, c’è un bisogno stringente di sensibilizzare su questo tema.

Dal 2019, il 24 gennaio è la giornata scelta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per ricordare il valore dell’educazione, in quanto diritto sancito dall’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Nel mondo odierno “istruzione” significa emancipazione, formazione di un pensiero critico autonomo, capacità di comprendere la realtà, di avvedersi dei soprusi e di combattere chiedendo giustizia. Ad essa è conferito un potere politico straordinario - l’ignoranza favorisce i regimi dittatoriali e alimenta lo strapotere di chi ha facoltà economiche o una posizione sociale migliore, obiettivo diametralmente opposto a quello della democrazia.

I dati sull’analfabetismo fanno impressione e nel 2020 la situazione è notevolmente peggiorata: secondo la World Bank, a livello mondiale 1 bambino su 2 in età scolare elementare è vittima della “povertà educativa” (in totale 120 milioni in più rispetto al 2019). Per quanto riguarda il tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta, le condizioni peggiori si registrano nell’Asia meridionale-occidentale, nell’Africa subsahariana e negli Stati della penisola arabica, dove in media solo il 60% degli abitanti è in grado di scrivere e il 50% delle donne.

Anche in Italia, dove la situazione è molto meno grave, l’istruzione ha comunque subito le conseguenze dell’emergenza Covid-19. Non solo il forse eccessivo prolungamento della tanto discussa “Didattica a distanza”, ma a generare un grave danno è anche il preoccupante aumento del tasso di dispersione scolastica, tasso in cui l’Italia detiene in Europa un record negativo da anni. Scoraggiati, sempre più studenti abbandonano il normale corso dei propri studi (le stime sono differenti, ma si parla di un rischio che nello scorso anno ha colpito circa il 15-20% dei ragazzi). Tali questioni hanno sollevato il moto di protesta studentesca a cui si assiste in queste settimane, volto alla ripresa delle attività didattiche regolari, previa risoluzione delle problematiche legate principalmente al trasporto pubblico. Gli studenti rivendicano il diritto alla scuola, ma a quella “vera”, ossia quella che non disperde, quella dove è possibile un contatto diretto e un confronto autentico con i propri pari e con i professori, insomma, quella in presenza.

In sostanza, ciò su cui in questa giornata occorre riflettere è l’importanza della scuola. L'educazione è presa di coscienza, il suo impatto non va sottovalutato.


Sottocommissione Cultura

 
 
 

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